lunedì 28 gennaio 2013

Petrozziello, una libreria bene comune da salvare

Un incontro alla Cartolibreria Petrozziello (1992) fonte: avellinesi.it


Per molti lettori avellinesi la Cartolibreria Petrozziello e la sua anima Tonino hanno rappresentato negli anni qualcosa di più di un semplice luogo dove acquistare libri, ma un luogo unico di incontro, confronto, scoperta e stimoli.

Le difficoltà che attraversa da qualche tempo Tonino e la sua libreria sono note a molti.

Lo scrittore e giornalista Marco Ciriello lancia oggi, sulle pagine locali de' Il Mattino, questo suo appello per difendere questo luogo - proponendo anche una serie di iniziative -  che condividiamo con piacere sul nostro blog:

Come Bartleby di Melville avrei preferenza di no, che non chiudesse anche l’ultima libreria vera rimasta ad Avellino, quella di Tonino Petrozziello, quindi senza che mi metta ad elencarvi il cambio del mondo editoriale, la crisi economica, senza che vi dica di più di come faccio ogni domenica che questa città ha un mucchio di problemi, la metto giù praticamente: c’è una impresa culturale che rischia di scomparire, e non scompare una semplice libreria, ma una stazione di accoglienza, per viaggiatori di ogni tipo. Non è un punto normale di vendita, ma un centro di cultura, dove c'è una attenzione – non esclusiva ma altamente includente e competente come pochi, che può vantare la figura del libraio che oggi si insegna e nelle università – proprio a quel mondo indipendente editoriale che è poi la vera anima dell'editoria, perché non condizionato dal mercato nelle scelte, ma purtroppo – e per paradosso –  è dal mercato pugnalato, per mancanza di interessi (e per una carenza che viene dall’alto e che conviene)  verso l'autentico e il dispari. La libreria di Tonino Petrozziello rischia una caduta senza ritorno che tanto ha dato a questa città in termini economici e non stimabili (come si usa dire per i monumenti e le opere d’arte), perché in moltissimi hanno trovato scrittori e libri che poi sono diventanti importanti come amori, presenze inscindibili della crescita individuale e collettiva, oltre che compagni consolatori di momenti brutti. Adesso, questo mondo di “spaccio” rischia la chiusura. C’è bisogno di rispondere all'annullamento delle singolarità con un muro e un luogo capace di superare questi tempi amari, che sia anche un motivo di vanto per la città, e non il rimpianto di una azione che si poteva fare, e che va fatta, ora qui, insieme. Questo è un appello per chi ha conosciuto la libreria Petrozziello e ne ha fatto un punto di riferimento, a chi questo mondo mancherà e a chi sente anche il bisogno e l'orgoglio di non relegarlo nell'oblio, ma, invece, vuole sfruttare questa caduta per rilanciare, scommettere, resistere. Per questo a partire dal primo martedì di febbraio il 5, (e poi il 12 il 19 e il 26) dalle 18 in poi, leggeremo un libro. Il primo sarà “Bartleby lo scrivano” di Melville, e a chi verrà ad ascoltare chiederemo di versare una quota per la libreria, e insieme di comprare un libro, di portarne uno in dono, e soprattutto chiediamo al comune, a chi governerà, di concedere uno spazio alla libreria, senza esigere affitto come riconoscenza della città, e ai parlamentari che vorranno farlo di contribuire con una parte del loro stipendio per aiutare la libreria a vivere, come anche ai grandi imprenditori della città e della provincia, per creare insieme una azione collettiva – da film di Frank Capra, sì – che permetta alla libreria di avere una rete difensiva certa, incrollabile, e di tornare a stare al centro della città, e a diventare un esempio di reazione nel silenzio delle rese culturali che ci circondano.

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